Franco Morone intervistato da Nicolas Micheli

Di Nicolas Micheli – Novembre 2022

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Come ti sei avvicinato alla chitarra fingerstyle e quali brani ed artisti consigli di ascoltare a chi si vuole avvicinare a questo mondo e vorrebbe approfondire gli studi?
Ho avuto le mie prime esperienze come chitarrista elettrico in vari gruppi prima di scoprire i 33 giri di sola chitarra acustica. Ho provato subito un certo interesse e curiosità per questo percorso originale che a quei tempi era poco conosciuto. Quando mi sono trasferito a Bologna ho avuto modo  di conoscere alcuni chitarristi acustici ed ho iniziato così ad allargare le mie conoscenze e scoprire la musica di Leo Kottke, Bert Jansch, John Renbourn e tanti altri.
Ho fatto le prime esperienze live come solista nelle varie osterie della città, anche in duo.
Ho poi incontrato Giovanni Unterberger a Firenze, lui produceva libri per la Bèrben e cercava un chitarrista che potesse scrivere un libro dedicato al fingerstyle blues.
Questo è stato l’inizio della mia carriera per cosi dire, perchè non è che avvenga tutto di colpo, con un solo contatto o con una sola pubblicazione, era solo un primo passo.Pian piano entrai in questo piccolo mondo con l’obiettivo di scrivere un buon libro. Andai alla scoperta dei pionieri del blues ed iniziai ad allargare i miei contatti.
Devo ammettere che sono stato sempre alla ricerca di quello mi piaceva ascoltare, ovvio che sai prima quello che ti piace.
Ancora oggi consiglio di decidere in prima persona quello che si ascolta e non subire passivamente. Sembra un dettaglio, ma pensa a quello che ascolti da radio, tv o semplicemente entrando in un supermarket… inquinamento acustico.
Per questo consiglio ai giovani musicisti di formare i propri gusti musicali e quindi andare alla ricerca di quello che piace e che magari si potrebbe suonare od arrangiare.
Ma non ascoltate solo chitarristi, parlo di musica in generale: gruppi, orchestre, solisti tutto ciò che vi prende e vi sorprende.
Riguardo lo studio poi è importante avere un buon insegnante ed eseguire correttamente scale, esercizi, brani completi, studiare armonia ed avere continui confronti con appassionati e soprattutto professionisti.

Quali sono le principali “abilità” che un chitarrista fingerstyle dovrebbe avere?
Soprattutto non avere delle lacune durate il percorso di studi, oltre che avere un buon insegnante è soprattutto importante essere un buon allievo. E come tale avere delle buone motivazioni per migliorare, porsi degli obiettivi.
Ad esempio migliorare la lettura, l’impostazione, l’esecuzione e, riguardo quest’ultima, cercare di essere tu stesso un giudice severo di quello che suoni. Non esaltarsi mai per i primi risultati ottenuti ed andare sempre avanti.
Esperienze molto importanti sono anchei quelle di suonare con altri, soprattutto perchè da solista si hanno poche opportunità di farlo, e non è detto che la tua strada sia quella da solista…non dare mai nulla per scontato.

Spesso l’impostazione del chitarrista è un problema. Come consiglia di affrontare la preparazione in studio e quella dal vivo?

Sia in studio che dal vivo l’impostazione deve essere sempre la stessa. Si parla del tuo modo di suonare quindi è bene suonare lo strumento con la stessa impostazione, quella che garantisce la massima resa con il minimo sforzo.
Allo stesso tempo la postura deve la migliore in funzione del corpo, che favorisca ed agevoli i movimenti degli arti e delle dita.
Ad esempio, piegare troppo il polso non favorisce certo il movimento delle dita. La chitarra acustica, diversamente dalla classica, viene in genere poggiata sulla gamba destra e la tastiera di seguito ha una posizione orizzontale. Con questa impostazione ho iniziato ad avere problemi alla schiena e successivamente mi sono accorto che poggiare lo strumento sulla gamba sinistra alla maniera classica, favoriva una corretta postura della schiena. Ora uso la tracolla anche quando suono da seduto e la posizione della tastiera è obliqua come se poggiassi la chitarra sulla gamba sinistra. In questo modo ho risolto i problemi con la schiena migliorando anche il suono della mano destra.

Le sue composizioni sono eseguite utilizzando accordature alternative alla standard. Quale criterio utilizza per modificare l’accordatura e comporre un brano in accordatura alternativa o in accordatura standard?
La chitarra acustica concettualmente è più vicina al banjo che alla chitarra classica. Le corde in metallo permettono l’uso più o meno frequente di accordature diverse. Anche in questo caso, per avere una idea, è importante ascoltare quello che hanno registrato altri chitarristi. Il concetto è sempre quello di allargare o modificare lo spettro sonoro dello strumento alle proprie esigenze. Una accordatura diversa dalla standard deve essere studiata per sapere ciò che può o meno darti. Soprattutto occorre sapere che le accordature alternative suonano bene in determinate tonalità e non in altre. Esempio facile facile: i brani in drop D sono generalmente suonati in chiave di Re perchè in questo modo si ottiene il basso della tonica un’ottava bassa risultando pieno e profondo. Ma potrebbe anche essere che in chiave di Sol tu desideri che quelle stesse caratteristiche le abbia il basso dell’accordo di dominante, appunto il Re. Tuttavia, oltre gli esempi teorici, è anche bene avere pratica con lo studio di determinati brani…magari in DADGAD che è una accordatura molto usata per la musica celtica, vedi il mio libro Celtic Fingerstyle Collection (The South Wind).
Il criterio per scegliere l’accordatura è quello di provare anzitutto a suonare lo stesso brano con la standard. A volte capita che questa sia l’accordatura migliore, dipende, ma in tutti i casi la scelta della tonalità sulla chitarra acustica è sempre importante.
In genere per gli arrangiamenti fingerstyle jazz, che sono più complessi armonicamente e melodicamente, uso la standard. A proposito per la cronaca abbiamo da poco ristampato ed ampliato la mia raccolta di Fingerstyle Jazz.
Uso l’accordatura standard anche per brani di primo repertorio come il libro “Easy Songs for Fingerstyle Guitar”.

In che modo organizza il lavoro quando deve arrangiare un brano per chitarra? E quando, soprattutto negli arrangiamenti di brani jazz, aggiunge delle parti “improvvisate”, in qualche modo cerca di fissare anche quelle oppure lascia spazio ad una improvvisazione vera e propria durante il concerto dal vivo?
In particolare il motivo che mi spinge ad arrangiare ‘standard jazz’ solo in accordatura standard è semplice. Oltre che essere l’accordatura che conosci meglio, è anche quella che ti permette di suonare melodie ed accordi complessi che poi in altre accordature risulterebbero avere posizioni troppo estese per le dita e, in certi casi, armonicamente incomplete.
Anche per gli standard jazz provo a suonare lo stesso brano in diverse tonalità per verificare quella che suona meglio e che risulti completa nel contrappunto.
Beh, devo confessarti che l’improvvisazione nel fingerstyle, come diceva Duck Baker, è sempre un azzardo, nel senso che tu non sei mai libero totalmente di improvvisare se accompagni le linee di solo con i bassi, occorre sempre fare dei compromessi.
Nel mio cd “Miles of Blues“, dopo il tema eseguo una sorta di improvvisazione preparata. Suono linee melodiche e parti di assolo che sono sempre accompagnate dal basso, per cui devono essere eseguite in determinate parti della tastiera.
Ci sono delle possibili variazioni che puoi apportare ma, in pratica, si tratta di assoli precedentemente studiati che funzionano alla grande.

Suonare ‘in solo’ richiede, oltre ad una grande abilità tecnica, anche un forte controllo emotivo e dello stress. 
Avrebbe alcuni consigli da dare ha chi si esibisce?
Quando suoni in pubblico, la cosa importante è che quello che suoni devi saperlo benissimo se vuoi sperare di suonarlo bene.
Oltre ad essere molto preparato, meglio mettere in conto che dal vivo potresti perdere un 10% e più della tua qualità di esecuzione, per vari motivi inclusi stress ed emozione, come tu dici. Dipende molto dal carattere che hai, ma l’unica è suonare tante volte davanti ad un pubblico, non importa se siano i tuoi amici, genitori o parenti, ogni occasione è buona per abituarsi.
Se suoni sempre nella tua stanza è normale avere un certa tensione in presenza di altri.  Capire se stessi facendo un esame introspettivo, non sarebbe male.
Chiediti perchè suoni? Per dimostrare agli altri che sei bravo, o per comunicare un certo tipo di musica?
Mi viene da ridere perchè durante uno stage ci fu un ragazzo che a questa domanda rispose: “Beh Franco, in verità io sono un chitarrista da spiaggia e suono la chitarra per rimorchiare le ragazze d’estate”. Ti dico è stata una risposta onesta e sicuramente si è messo a nudo perchè ha dichiarato i propri obiettivi, beh se non a nudo almeno in costume da bagno…. 😂 .
Scherzi a parte, quando suoni davanti ad un pubblico cerca di essere te stesso e non recitare parti che non sono le tue, e poi se sei ben preparato vedrai che andrà tutto bene.

Come si costruisce un buon suono sulla chitarra acustica e lei quale strumentazione utilizza per i suoi live?
Ci sono tanti modi per elettrificare una chitarra. L’unica, è provare il più possibile vari modelli disponibili.
L’obiettivo è quello di ottenere un suono che sia presente con una buona risposta anche quando suoni all’aperto o in posti difficili o rumorosi.
Ma ti dico, avendo un buon impianto ed un pubblico silenzioso che ti ascolta, il suono dei microfoni esterni è sempre il migliore, come se fossi in studio. Io per i live utilizzo un un sistema made in Japan che non ha un suono acustico puro, ma rappresenta pur sempre un buon compromesso: magnetico Sunrise + microfono a contatto poi miscelo i due suoni attraverso un pre.

Cosa consiglia ad un giovane che voglia intraprendere la carriera del chitarrista fingerstyle?
Studiare, suonare poi studiare e poi suonare…ripetere ad libitum. Poi oggi occorre anche essere dei buoni impresari di se stessi, sapere cosa fare per farsi conoscere ed essere esperto dei nuovi mezzi di promozione della tua musica ..vedo che oggi è molto più difficile di ieri…cercare poi di essere concentrato più sulla carriera da musicista che da chitarrista fingerstyle. In questo modo le possibilità e le occasioni diventano più numerose.

Ci vuole parlare dell’ultimo lavoro discografico che ha pubblicato “Strings of Heart” e accennarci qualcosa riguardo ai progetti futuri?
Per fine anno sto preparando una raccolta di brani che per molti penso sarà una sorpresa, non ne parlo altrimenti che sorpresa è?
Dallo shop online del nuovo sito www.acousticguitarworkshops.com (in pratica una estensione di www.francomorone.it), abbiamo venduto molte copie del nuovo cd Strings of Heart ed anche gli ascolti in streaming sono andati bene, con apprezzamenti ricevuti da appassionati da tutto il mondo.  Si tratta di una raccolta pubblicata anche in versione cartacea con pentagramma e tabs, che copre un periodo molto ampio della mia attività, composizioni che son molto diverse tra loro.
Spero di avere più occasioni per presentare questo nuovo lavoro in Italia e magari avere possibilità di incontri ravvicinati con chitarristi ed appassionati che mi seguono.
Dunque a presto e buona musica!
Saluti Franco